La demenza Frontotemporale (FTD)

la demenza Frontotemporale (FTD)

Vi sono molte altre condizioni cliniche che possono provocare sintomi ascrivibili a demenza, quali la demenza Frontotemporale (FTD), la demenza a corpi di Lewy, l’atrofia corticale posteriore, il complesso Parkinson-demenza, la demenza vascolare e la demenza mista.

La locuzione Demenza frontotemporale (FTD) è un termine generico usato per indicare tutte quelle malattie degenerative che colpiscono i lobi cerebrali frontale e temporale. Essenzialmente esistono quattro forme di demenza frontotemporale:

  • FTD variante comportamentaleche provoca problemi comportamentali e disturbi della personalità;
  • l’afasia primaria progressiva che compromette la fluenza o la capacità di reperimento della parola;
  • lademenza semantica che causa deficit di riconoscimento e di comprensione del linguaggio;
  • la paralisi sopranucleare progressiva (PSP) caratterizzata da instabilità posturale con aumentato rischio di salute

Le cause di queste tre forme di demenza sono ancora ignote. Nel 50 % dei casi è stata osservata una spiccata familiarità. La DFT colpisce indistintamente uomini e donne e insorge per lo più tra i 45 e i 60 anni. È più rara della malattia di Alzheimer, tranne che nei soggetti di età inferiore a 65 anni.

I sintomi della FTD variano a seconda di quale parte della corteccia cerebrale è interessata dal processo degenerativo:

–       se vengono colpiti i lobi frontalirisulteranno compromesse le funzioni esecutive,cioè tutte quelle abilità che ci permettono di pianificare e sequenziare le nostre azioni, monitorare e correggere gli errori. Inoltre il paziente manifesterà disturbi comportamentali e di personalità, difficoltà nelle relazioni interpersonali, nella presa di decisioni, disturbi del linguaggio e della funzione motoria.

–       i lobi temporali oltre a svolgere un ruolo essenziale per la memoria, sono coinvolti anche nel linguaggio e le emozioni. Se la perdita neuronale interessa queste aree, il paziente avrà difficoltà a capire le parole, parlare, leggere, scrivere, e collegare le parole con il loro significato. Difficoltà a riconoscere gli oggetti e mettere in relazione appropriate emozioni a oggetti ed eventi, a riconoscere le emozioni e rispondere adeguatamente a loro.

Attualmente è non sono disponibili trattamenti specifici, ma solo farmaci che possono ridurre l’agitazione, irritabilità e / o la depressione.

Il Gruppo Votto Alessi assiste ogni suo Ospite con servizi assistenziali di qualità.
Realizziamo per ciascun Ospite un Piano di Assistenza Individuale, riducendo la sua dipendenza con un adeguato piano di stimolazione psicofisica e di supporto infermieristico e assistenziale.
Lavoriamo con entusiasmo e competenza per fornire agli anziani Ospiti un contesto a misura dei loro sentimenti e bisogni, per migliorarne la qualità della vita e preservane le residue funzionalità.

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Bibliografia

  1. http://www.centroalzheimer.org/area-familiari/altre-demenze/
  2. alz.ch
  3. Frisoni, G. B. et al.Imaging markers for Alzheimer disease: Which vs how. Neurology 81,487–500 (2013).

 

RSA: La Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani

rsa - residenza sanitaria per anziani

Le RSA sono strutture complete di servizi per soddisfare le esigenze di anziani completamente non autosufficienti. Una volta si chiamavano ospizi o case di riposo. Ma oggi questo servizio si è notevolmente evoluto.

La RSA Si distingue dall’ospedale e dalla casa di cura, i quali sono rivolti a pazienti sofferenti di una patologia acuta, e dalla casa di riposo, che è destinata ad anziani almeno parzialmente autosufficienti.

 

RSA: COSA SONO E COME FUNZIONANO

La RSA vuol dire una struttura residenziale extra ospedaliera per fornire accoglimento, assistenza sanitaria, recupero e trattamenti riabilitativi a persone anziane o disabili non autosufficienti, non assistibili a domicilio. Non hanno bisogno di ricovero in strutture di tipo ospedaliero, ma hanno comunque necessità di cure specifiche mediche specialistiche e di un’adeguata assistenza sanitaria. Le RSA uniscono tali bisogni con l’assistenza tutelare e alberghiera.

La RSA – Residenza-Sanitaria-Assistenziale, deve garantire al tempo stesso:

  • la “casa”ovvero la residenzialità, come una sistemazione con una connotazione il più possibile domestica, che faciliti una continuità nella vita della persona, in cui si riesca a rispettare il bisogno individuale di riservatezza e privacy e a stimolare al contempo la socializzazione;
  • l’assistenza sanitaria, con tutti gli interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a prevenire, curare e riabilitare le malattie croniche e le loro riacutizzazioni;
  • il supporto psicologico, per migliorare i livelli di autonomia, mantenere gli interessi personali e il benessere generale della persona;

Nella RSA vengono garantite prestazioni integrate di tipo sanitario, di supporto socio assistenziale, di mantenimento/riabilitazione in relazione alle caratteristiche ed ai bisogni individuali delle persone, caratterizzate da flessibilità ed adattabilità.

Le RSA possono diversificarsi a seconda della tipologia degli ospiti, della valenza assistenziale e del modello organizzativo in RSA di base e RSA di cura e recupero.

  • Le RSA di base possono ospitare anziani non autosufficienti con limitazioni di autonomia di ogni genere (fisiche, mentali e sociali) non assistibili a domicilio;
  • Le RSA di cura e recupero si rivolgono alla stessa tipologia di utenza che richiede assistenza sanitaria e riabilitativa continue e, comunque, non tali da consentire il ricovero ospedaliero;

In sintesi, la RSA offre assistenza per le attività quotidiane (alzata, messa a letto, igiene personale); assistenza medica di base che può essere fornita dai medici interni alla struttura o dal medico di base scelto dall’assistito; assistenza infermieristica diurna e notturna; assistenza specialistica; assistenza psicologica; trattamenti riabilitativi; attività di socializzazione, ricreative, culturali ed occupazionali; servizio alberghiero (fornitura pasti, lavanderia e guardaroba, pulizia e riordino camere, pulizia generale e riordino spazi comuni).

 

COME SI ACCEDE AD UNA RSA?

Per accedere alle nostre RSA è necessario

  • dopo l’incontro preliminare, il responsabile della Residenza provvederà a ricontattare la famiglia dell’anziano, per concordare un incontro dove stabilire tempi e modalità di ingresso (accompagnamento dell’ospite, logistica, contratto amministrativo, ecc.);
  • il giorno dell’ingresso sarà a disposizione la nostra Equipe multi-professionale (medici, infermieri professionisti, operatori, fisioterapisti, rieducatori) dedicata all’assistenza, che elaboreranno insieme a voi il Piano Assistenziale Individuale finalizzato al benessere psicofisico dell’Ospite, comprendente gli interventi di cura e assistenza che verranno attuati per preservarne la salute e prevenire il decadimento fisico e cognitivo.

 

QUANTO COSTA UNA RSA

Le spese delle prestazioni propriamente sanitarie fornite nelle RSA del Gruppo Votto Alessi sono a carico dell’Ospite.
Le spese che esulano dalle prestazioni mediche e infermieristiche, come per esempio il vitto, la pulizia dei locali, il servizio di lavanderia, definite retta “alberghiera”, sono coperte dagli assistiti.

 

LE NOSTRE RSA: ASSISTENZA, SICUREZZA E IL “CALORE DI CASA”

Nelle nostre RSA effettuiamo assistenza medica 24/7, assistenza all’anziano, prenotazione su richiesta per visite specialistiche, programmi di riabilitazione, attività ricreative, attività esterne (in giardino), esami interni o trasporto in ospedale con accompagnamento garantito.

Tutte le Residenze del Gruppo Votto Alessi garantiscono il massimo comfort grazie a una vasta gamma di servizi:

  • Direttore di struttura sempre presente
  • Personale infermieristico sempre presente e altamente qualificato
  • Personale medico disponibile 24 h
  • Medici specialisti su richiesta per qualsiasi esigenza
  • Disponibilità di Camere singole, doppie o triple
  • Lavanderia interna
  • Ristorazione interna e personalizzata sulla dieta dell’Ospite
  • Attività di riabilitazione motoria e funzionale
  • Attività ricreative diversificate
  • Servizio di videosorveglianza per una maggiore tranquillità dei famigliari

Le seguenti Residenze sono accreditate dal Servizio Sanitario Regionale:

  • Residenza Santa Caterina
  • Residenza Villa Capolungo
  • Residenza Villa Coronata
  • Residenza San Gottardo
  • Residenza Casa Boetto

Chi sceglie le Residenze del Gruppo Votto Alessi trova una nuova casa, sicura e confortevole, per i propri cari, con personale sanitario qualificato e operatori specializzati vigili 24 ore su 24.

 

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Malattia di Alzheimer

alzheimer

Molte situazioni patologiche possono determinare un quadro di demenza; delle forme ad esordio dopo i 60 anni il 60-80% è correlato alla malattia di Alzheimer. La malattia di Alzheimer è una sindrome a decorso cronico e progressivo che colpisce circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni. L’inizio è generalmente insidioso e graduale e il decorso lento e la durata media di malattia è di 8-10 anni dalla comparsa dei sintomi.

L’Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei paesi occidentali nonché una delle maggiori cause di disabilità nella popolazione generale. Il rischio di contrarre la malattia aumenta con l’età: si stima che circa il 20% della popolazione ultra-ottantacinquenne ne sia affetta. Esistono tuttavia rari casi in cui la malattia esordisce in età precoce, ovvero prima dei 65 anni (forme ad esordio ‘precoce’).

La demenza di Alzheimer si manifesta attraverso sintomi cognitivi (difficoltà di memoria e di linguaggio, di riconoscimento di oggetti, disorientamento), funzionali (difficoltà nello svolgere le attività della vita quotidiana) e comportamentali (agitazione, ansia, depressione) che con il tempo peggiorano richiedendo un’assistenza sempre più intensa e continua.

La malattia di Alzheimer si differenzia dal normale declino della funzionalità cognitiva dovuta all’età, in quanto quest’ultima è più graduale e associata a minore disabilità sul piano funzionale. La malattia di Alzheimer prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che nel 1907 ne descrisse per primo le caratteristiche.

Il tessuto cerebrale dei soggetti da lui osservati presentava riduzione della cellule nervose e placche senili visibili anche a occhio nudo. Successivamente, con l’utilizzo di procedure di osservazione microscopica con colorazioni chimiche, evidenziò su porzioni predefinite di cervello la presenza di ammassi proteici non degradabili e solubili che compromettono la funzionalità cerebrale.

La malattia evolve quindi attraverso un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello e provoca un deterioramento irreversibile di tutte le funzioni cognitive superiori, come la memoria, il ragionamento e il linguaggio, fino a compromettere l’autonomia funzionale e la capacità di compiere le normali attività quotidiane.

Anche se, attualmente, non esistono trattamenti disponibili per rallentare o fermare il danno cerebrale causato dal morbo di Alzheimer, alcuni farmaci possono aiutare, temporaneamente, a migliorare i sintomi della demenza per alcune persone. Questi farmaci (inibitori della colinesterasi quali la Memantina, il Donepezil, la Rivastigmina e al Galantamina) funzionano aumentando i neurotrasmettitori nel cervello.

I ricercatori continuano a perseguire modi per trattare meglio il morbo di Alzheimer e le altre demenze progressive. Attualmente, sono in corso decine di terapie e trattamenti farmacologici che cercano di fermare la morte delle cellule cerebrali associate con il morbo di Alzheimer. Inoltre, sono in atto sistemi di supporto e vengono attuati interventi comportamentali non farmacologici in grado di migliorare la qualità della vita delle persone affette da demenza, nonché delle persone che le assistono e delle loro famiglie.

Il Gruppo Votto Alessi assiste ogni suo Ospite con servizi assistenziali di qualità. Lavoriamo con entusiasmo e competenza per fornire agli anziani Ospiti un contesto a misura dei loro sentimenti e bisogni, per migliorarne la qualità della vita e preservane le residue funzionalità.

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Bibliografia

  1. http://www.centroalzheimer.org/area-familiari/la-malattia-di-alzheimer/malattia-di-alzheimer/cose-lalzheimer/
  2. Frisoni, G. B. et al.Imaging markers for Alzheimer disease: Which vs how. Neurology81,487–500 (2013).
  3. McKhann, G. et al.Clinical diagnosis of Alzheimer’s disease: Report of the NINCDS-ADRDA Work Group under the auspices of the Department of Health and Human Services Task Force on Alzheimer’s Disease. Neurology34,939–944 (1984).
  4. McKhann, G. M. et al.The diagnosis of dementia due to Alzheimer’s disease: Recommendations from the National Institute on Aging and the Alzheimer’s Association workgroup. Alzheimers Dement7,9 (2011).

 

L’abbandono degli anziani: dal problema alla soluzione

L’abbandono degli anziani: dal problema alla soluzione

E’ ufficiale: abbandonare gli anziani è reato. Infatti con la sentenza 44098 la Corte di Cassazione sancisce i diritti e doveri dei figli nei confronti di genitori anziani: l’abbandono di genitori anziani costituisce reato. La Corte ha così affermato la reciprocità dei doveri familiari: anche i figli devono sostenere un genitore anziano.

Attenzione: non si tratta solo di un dovere che può essere espletato economicamente. La sentenza impone l’obbligo di assistenza anche morale(e non solo materiale) a carico dei figli verso i propri genitori anziani o non più autosufficienti.

Con la sentenza numero 44098/2016 la Corte di Cassazione ha stabilito che l’abbandono di genitori anziani costituisce reato. Recita infatti così la sentenza: «anche lasciare il padre anziano da solo può costituire un’ipotesi di abbandono di persone incapaci penalmente sanzionata».

 

I problemi della vecchiaia

Uno dei problemi maggiori che colpisce gli anziani è la solitudine, specialmente quando la famiglia, in particolare i figli, abbandonano l’anziano a sé stesso, inerme ad affrontare questa importante tappa della vita.
E’ proprio questa fase della vita la più fragile per il rischio di solitudine. L’abbiamo visto: abbandonare un genitore anziano è reato e può essere punito con sanzioni a livello civile e penale se perpetrato, purtroppo, dai familiari. Senza arrivare a questo caso estremo, in generale, la sensazione di abbandono non solo a livello fisico ma anche psicologico può causare uno stato di profonda vulnerabilità nell’anzianoche, inoltre, è spesso colpito da necessità basilari legati a problemi di salute e deve affrontare una fisicità molto diversa da quella del periodo adulto.

La perdita del compagno/a, la salute, il calo dell’autostima e il rischio di finire emarginato socialmente possono causare una grande perdita di attaccamento alla vita. La sensazione di non essere più utili né dal punto di vista lavorativo né da quello affettivo può deteriorare non solo la salute ma anche il benessere psicologico dell’anziano. L’anziano infatti rischia di percepirsi come un peso sia a livello economico che emotivo per la famiglia a cui appartiene. Le conseguenze di questo abbandono possono portare il soggetto a depressione, isolamento e altri problemi psicologici.

Bisogna solo riconoscere, responsabilmente, che la vecchiaia è solo un’altra fase della vita umana. L’anziano può occuparsi dei nipoti, sviluppare nuovi hobby e mantenere una vita sociale con la famiglia e gli amici. Anche la famiglia può avere diversi vantaggi dal rapporto con i genitori ormai anziani: saggezza, esperienza, sono solo alcuni dei benefici del trascorrere del tempo con i genitori.

Da un lato gli anziani hanno la necessità di affrontare il processo di invecchiamento, la fine della carriera lavorativa e i problemi di salute. Dall’altro lato i loro figli devono accettare i cambiamenti che colpiscono i genitori e il loro bisogno di aiuto. Solo affrontando questo percorso insieme sarà possibile accogliere con serenità e benessere l’arrivo della terza età.

 

Un altro rischio: l’autoabbandono

L’auto-abbandono è una criticità sempre più diffusa per gli anziani:vuol dire praticamente l’assenza di igiene personale, il non pagare le bollette, il non mantenere la pulizia e l’ordine in casa, il non procurarsi o prepararsi il cibo (che porta alla malnutrizione), il non ricercare cure mediche per i sintomi potenzialmente gravi, il non attenersi alle prescrizioni o non assumere i farmaci, il non presentarsi alle visite.

I fattori di rischioper l’auto-abbandono comprendono: isolamento sociale, disturbi che compromettono la memoria o il giudizio (p.es., demenza), presenza di più patologie croniche, abuso di sostanze, depressione grave…

Il termine “sindrome di Diogene” (altrimenti detta “sindrome dello squallore senile”)è stato coniato proprio per descrivere queste situazioni di pazienti anziani con grave auto-negligenza ed auto-abbandono, scarsa igiene personale e domestica, ritiro sociale, apatia, accumulo compulsivo di spazzatura, mancanza di vergogna e rifiuto dell’aiuto altrui.

Comprendere la differenza tra auto-abbandono e lo scegliere semplicemente di vivere in un modo che altri trovano sgradito può essere difficile. Gli assistenti sociali spesso sono nella posizione migliore per operare questa distinzione. Ma la famiglia cosa può fare?

 

La soluzione:

Accettare e scegliere per il trasferimento dei propri cari in una casa di riposo è la soluzione più sicura e sostenibile per l’anziano e per i suoi figli: scegliere di affidare i propri cari a una Residenza per anziani è una delle decisioni più importanti della vita.

Nelle nostre Residenze ogni famiglia ha la possibilità di delegare l’assistenza dei propri cari e di cancellare così affanni e preoccupazioni.

Gli Ospiti entrano a far parte di una vera e propria comunità, dove l’anziano ha la possibilità di trascorrere il tempo in completa privacy e partecipare alle molte attività di intrattenimento.

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Demenza senile

Demenza senile, Gruppo Votto Alessi, case di cura e residenze protette a Genova

Il termine demenza identifica una sindrome cronica e progressiva caratterizzata dal decadimento delle funzioni cognitive che nel decorso della malattia impattano sempre più marcatamente sulle capacità di una persona di svolgere le proprie attività quotidiane. I sintomi manifestati sono la diretta espressione di modificazioni patologiche che avvengono nel cervello.

La demenza è una patologia complessa, età correlata e spesso associata a disturbi psichiatrici e comportamentali, in un quadro di importante comorbilità somatica; l’elevata variabilità dei sintomi può comportare ritardi diagnostici con mancata tempestività delle misure terapeutiche comportamentali e/o farmacologiche che possono ritardare l’evoluzione o limitarne i sintomi.

Il dato epidemiologico riferibile all’intera popolazione suddivisa per classi di età, rende conto del perché si possa parlare di demenza come di una pandemia. Secondo le stime del 2015, nel mondo 46,8 milioni di persone convivono con una forma di demenza. Questa cifra è destinata quasi a raddoppiare ogni 20 anni, raggiungendo 74,7 milioni di persone nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050.

Nel 2015 sono stati stimati, su scala mondiale, oltre 9,9 milioni di nuovi casi all’anno di demenza, vale a dire un nuovo caso ogni 3,2 secondi.

Secondo dati ISTAT al 1° gennaio 2017 l’Italia è uno dei paesi europei più anziani, collocandosi al secondo posto dopo la Germania, con 13.500.000 anziani, di età uguale o superiore ai 65 anni, pari al 22,3% della popolazione totale. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero della Salute, in Italia il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei loro cari.

Si stima un’incidenza di demenza nazionale del 12,47 per 1.000 persone ogni anno, nella fascia di età fra i 65 e gli 84 anni; ogni anno si contano 409.000 nuovi casi di demenza: 141.000 uomini e 268.000 donne, discrepanza motivata dal fatto che la vita media per gli uomini è di 80,6 anni, per le donne di 85,1. In pratica, in Italia, secondo lo studio ILSA del CNR la demenza interessa il 6,4% delle persone oltre i 65 anni, il 7,2% delle donne, il 5,6% degli uomini.

Le conseguenze sul piano economico ed organizzativo sono facilmente immaginabili, tenendo conto che i soli costi annuali diretti per ciascun paziente vengono, in diversi studi europei, stimati in cifre variabili da 9.000 a 16.000 Euro a seconda dello stadio di malattia.

La definizione “demenza” comprende in realtà numerose malattie a diversa eziopatogenesi e clinica che devono essere considerate per il corretto percorso diagnostico e terapeutico per cui il termine deve essere declinato al plurale e cioè “demenze”. Le demenze sono il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, modificazioni neuro metaboliche, chimiche e/o vascolari e interazioni con altre malattie (diabete, ipertensione, dislipidemie, ecc.). Gli studi istochimici hanno evidenziato che sono molto frequenti gli “stati misti”, cioè quadri clinici in cui diverse forme di demenza coesistono nel malato.

La difficoltà di effettuare una diagnosi precisa delle diverse forme di demenza, soprattutto nelle prime fasi della malattia, ha diverse conseguenze, non ultima quella che il trattamento possa essere orientato in una prima fase verso una malattia diversa.

Nelle Residenze del Gruppo Votto Alessi è prevista assistenza specializzata a pazienti affetti da demenze senili ed Alzheimer.
Accogliamo anziani Ospiti con decadimento cognitivo medio-grave e con disturbi del comportamento, l’equipe di assistenza è organizzata per fornire una assistenza mirata e qualificata personalizzata sul singolo paziente.

 

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Bibliografia

 

  1. Winblad, B. et al. The Lancet Neurology Commission Defeating Alzheimer’s disease and other dementias: a priority for European science and society. www.thelancet.com/neurology Lancet Neurol 15, 455–532 (2016).
  2. Martin Prince, A. et al. World Alzheimer Report 2015 The Global Impact of Dementia An AnAlysIs of prevAlence, IncIDence, cosT AnD TrenDs EXECUTIVE SUMMARY. (2015).
  3. World Health Organization. Dementia: a public health priority. Dementia 112 (2012). doi:978 92 4 156445 8
  4. Prince, M. et al. World Alzheimer Report 2015: The Global Impact of Dementia – An analysis of prevalence, incidence, cost and trends. Alzheimer’s Dis. Int. 84 (2015). doi:10.1111/j.0963-7214.2004.00293.
  5.  www.simg.it

L’accoglienza in Residenza

anziana signora

I momenti più critici per l’inserimento di un proprio caro in una Residenza per Anziani, sono la consapevolezza sulla scelta da parte dei familiari e l’inserimento dell’anziano in struttura.

Il passaggio dalla casa alla Residenza è un evento psicologicamente traumatico, che può minare la salute non solo psicologica della Persona.

L’inserimento e l’integrazione dell’Ospite nelle nostre Residenze per anziani, avviene attraverso quattro fasi: la pre-accoglienza, l’accoglienza e l’ingresso, l’osservazione e la presa in carico definitiva.

La pre-accoglienza, è soprattutto una fase informativa e valutativa che avviene con le famiglie, che aiutiamo nel loro percorso di scelta in merito alle possibili offerte residenziali del nostro Gruppo. La scelta è comunque un momento critico per la famiglia del nostro Ospite, per questo motivo affianchiamo i parenti con più momenti di incontro e di visita delle Residenze del Gruppo Votto Alessi, così da analizzare nel dettaglio ogni possibile problematica.

L’anziano Ospite attraverso l’accoglienza e l’ingresso forma le sue impressioni e assume consapevolezza del cambiamento che è in corso per la sua quotidianità, sia dal punto di vista oggettivo che relazionale.

L’accoglienza nelle Residenze del Gruppo Votto Alessi è il delicato momento della conoscenza reciproca, tra l’Ospite e il nostro personale altamente professionale, la visita guidata del nuovo ambiente, l’esplicitazione modulare delle regole, la conoscenza preventiva delle sue abitudini, dei suoi gusti, dei suoi rapporti familiari e sociali, sono gli elementi che facilitano l’inserimento e lo rendono meno traumatico.

Le relazioni tra operatori e ospiti sono oggetto di costante monitoraggio da parte della direzione della Residenza, così da poter intervenire e modificare rapidamente comportamenti e attività di supporto, con l’obiettivo di facilitare al massimo l’inserimento in struttura. Contemporaneamente tramite l’utilizzo di idonei strumenti di valutazione si vagliano le condizioni cognitive e funzionali dell’anziano Ospite, per sviluppare un Piano di Assistenza individuale, finalizzato al benessere psicofisico dell’Ospite, comprendente gli interventi di cura e assistenza che verranno attuati per preservarne la salute e prevenire il decadimento fisico e cognitivo.

Rispetto per la Persona e ascolto delle singole esigenze dell’Ospite, contraddistinguono l’approccio operativo del Gruppo Votto Alessi, grazie ad un team professionale attento anche agli aspetti emotivi.
Nelle case di riposo del Gruppo Votto Alessi inizia un nuovo capitolo della vita dei vostri cari, ricco di scoperte, di serenità, di esperienze.

 

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La terza età

Gruppo Votto Alessi, case di cura e residenze protette a Genova

La terza età è una delle fasi naturali dell’evoluzione di ogni Persona e in quanto tale è connessa a cambiamenti fisiologici e nuove necessità, di fatto è l’inizio di un momento della vita in cui il bisogno di assistenza diventa sempre più necessario.

Il Gruppo Votto Alessi attua, non solo servizi residenziali e assistenza a domicilio sul territorio, ma attraverso il rispetto per la Persona e l’ascolto dei bisogni, persegue come obiettivo principale quello di offrire alle Persone anziane la possibilità di invecchiare mantenendo attive le proprie capacità fisiche e mentali.

Il Gruppo Votto Alessi per mezzo della propria rete assistenziale, composta da dieci Residenze presenti nella provincia di Genova, promuove un’offerta altamente qualitativa di accoglienza, cura e recupero funzionale delle Persone anziane.

La terza età va vissuta in serenità, ritrovando il filo della propria vita, con l’accettazione dell’età che avanza, sotto il segno della qualità della vita stessa, della cura di sé e dei propri affetti più cari.
Nelle Residenze del Gruppo Votto Alessi, rivestono una grande importanza le attività di socializzazione, che offrono all’anziano Ospite la possibilità di stimolare le capacità residue attraverso la condivisione.

Nelle Residenze ogni famiglia ha la possibilità di delegare l’assistenza dei propri cari e di cancellare così affanni e preoccupazioni.
Chi sceglie le Residenze del Gruppo Votto Alessi trova una nuova casa per i propri affetti, sicura e confortevole, con personale sanitario qualificato, operatori specializzati e presenza vigile 24 ore su 24.

Accettare e scegliere per il trasferimento in una casa di riposo delle Persone anziane, soprattutto se sono i propri cari, è un processo complesso che richiede attenzione e consapevolezza, il nostro Team di professionisti è a disposizione per analizzare ogni problematica e consigliare la soluzione migliore.

Per approfondire l’argomento e concordare un incontro conoscitivo, contatta il nostro Team compilando la form qui di seguito.

 

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*Photo by Eberhard Grossgasteiger