Per demenza vascolare si intende un termine generico che descrive disturbi del pensiero, dell’organizzazione, del senso critico, della memoria.
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PERCHE’ SERVE LA FISIOTERAPIA PER GLI ANZIANI
Le capacità motorie e la loro riabilitazione (ne abbiamo parlato qui) richiedono un’attività di fisioterapia continua, che però a sua volta richiede un’altrettanta continua cura. I problemi degli anziani sono sempre più diffusi e gravi: vediamo come risolverli, parlando di fisioterapia.
GLI ANZIANI HANNO SEMPRE PIU’ BISOGNO DI FISIOTERAPIA
La realtà è semplice: i ragazzi incominciano le attività sportive agonistiche sempre più precocemente e con un impegno sempre maggiore; gli adulti hanno ritmi di vita sempre più dinamici; gli anziani svolgono (o desiderano svolgere) attività ricreative in maniera maggiore che nel passato. Quindi, le aspettative dei pazienti di qualsiasi età sono enormemente aumentate per risolvere i problemi motori(di cui abbiamo parlato qui). Allo stesso tempo questo scenario positivo si tinge di criticità perché le cadute che costituiscono un fenomeno sempre più frequente tra gli anziani, con conseguenze spesso gravi per la loro autonomia e per la loro qualità di vita.
Ecco che emerge tutto il valore del fisioterapista. Infatti il rischio cadute può essere notevolmente ridotto, addirittura dimezzato, seguendo alcune semplici precauzioni giornaliere e praticando una ginnastica quotidiana mirata. Ma non certo da soli. Serve una struttura adeguata e professionisti comprovati.
Secondo Antonio Bortone, presidente della Associazione Italiana Fisioterapisti: “le cadute e le loro gravissime conseguenze raccomandano un programma personalizzato di esercizi condotto da fisioterapisti. Non una normale ginnastica, bensì esercizi mirati da affiancare ad una leggera attività fisica, da effettuarsi nell’arco dell’anno così da garantire una tenuta di forma ad ossa e tendini, condizione essenziale per l’autonomia negli spostamenti. Questa attività fisica dovrebbe però essere accompagnata dalla riduzione degli ostacoli dell’ambiente dove l’anziano vive, ad esempio attraverso la rimozione di tappeti, mobili bassi ed instabili, la scelta di una adeguata illuminazione nelle stanze, la scelta di calzature sicure con suola non in cuoio e chiuse nella parte posteriore”.
Non è un caso allora che nella graduatoria dei luoghi domestici a più alto rischio di infortuni ci sia, oltre la cucina, il tragitto tra la camera da letto e il bagno. Ecco delle semplici precauzioni per evitare cadute pericolose.
LA FISIOTERAPIA AL CENTRO DI UNA CURA CONTINUA DELL’ANZIANO
Il fisioterapista è la figura professionale necessaria per la riabilitazione degli anziani: una coerente e continua attività di fisioterapia migliora l’equilibrio, la stabilità, la camminata e i movimenti in generale.Inoltre la fisioterapia è un percorso terapeutico e riabilitativo indispensabile per una guarigione veloce e corretta soprattutto in caso di interventi ortopedici, infortuni che possono limitare il movimento e/o la mobilità.
Insomma, la fisioterapia deve diventare come una “sana abitudine” quotidiana per gli anziani accolti in una struttura adatta– sia per la vita quotidiana con l’obiettivo del miglioramento delle capacità motorie (rinforzo della muscolatura, al miglioramento della mobilità articolare e della coordinazione), sia anche in seguito ad un trauma o ad un’operazione chirurgica, perché la fisioterapia offre un intervento diretto e mirato.
I nostri interventi di riabilitazione fisioterapeutica si prefiggono obiettivi tecnicamente e socialmente adeguati, tra cui:
– il recupero delle funzioni perdute e la valorizzazione di quelle conservate
– il coinvolgimento motivazionale dell’anziano nelle varie fasi del processo riabilitativo e la sua educazione alla convivenza con quella parte di deficit motorio eventualmente non recuperabile
– la sua risocializzazione, nel senso di finalizzare l’intervento alla possibilità di svolgere piccole attività operative, e nel tempo libero di intrattenere rapporti interpersonali in maniera adeguata
– prevenire piaghe da decubito ed altre complicazioni
e soprattutto la riduzione del carico di assistenza e del disagio sofferto dall’entourage del paziente, cioè dalle persone che si prendono abitualmente cura di lui
Il fattore e la garanzia del successo della fisioterapia resta un’assistenza continuativa svolta da professionisti, in strutture adeguate, perché la fisioterapia è solo un momento di una cura più ampia e vitale per l’anziano, non solo medica, perché spazia dall’alimentazione fino alla socializzazione.
Nelle Residenze del Gruppo Votto Alessi, i programmi di fisioterapia e riabilitazione per i nostri anziani Ospiti sono molto efficaci per la riacquisizione delle abilità deambulatorie perse a seguito dell’avanzamento della senilità o a causa di patologie, operazioni chirurgiche e traumi.
Il team di fisioterapisti attua attività mirate attraverso una serie di movimenti di ginnastica dolce con o senza strumenti.
Questi esercizi possono essere sia attivi che passivi e servono per ristabilire il normale funzionamento muscolare, per minimizzare gli effetti degli handicap motori, per aumentare le funzioni e migliorare le reazioni psicologiche dei pazienti.
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Demenza vascolare
Per demenza vascolare si intende un termine generico che descrive disturbi del pensiero, dell’organizzazione, del senso critico, della memoria.
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L’IMPORTANZA DELLA TERAPIA PER GLI ANZIANI
Le terapie per gli anziani non sono soltanto quelle mediche, ma un insieme di diverse terapie da quelle mediche in senso stretto a quelle per l’alimentazione, la memoria, la socialità. Ma tutto ciò richiede una cura costante e una professionalità comprovata.
UN CASO ESEMPLARE: IL PROBLEMA DELLA DEAMBULAZIONE NEGLI ANZIANI
In tutti gli individui, la capacità di spostamento è fondamentale per mantenere l’autonomia. In particolare, le manovre di trasferimento dell’anziano possono costituire un problema che spesso assume importanza clinica, per il personale di assistenza (medico, infermiere, terapista) e per l’anziano stesso. La deambulazione, intesa come capacità funzionale, viene acquisita e sviluppata dall’individuo nei primi anni di vita: assume gradualmente caratteristiche automatico/riflesse, che migliorano e ottimizzano la capacità di spostamento nello spazio.
Con il passare degli anni, avvengono lente modificazioni a livello di controllo ed esecuzione del movimento, per cui il massimo delle prestazioni motorie si esprime intorno ai venti/trent’anni. A livello funzionale, l’esperienza può supplire per molto tempo all’inevitabile decadimento. Dopo i 65/70 anni, il cammino può assumere “fisiologicamente” delle caratteristiche di alterata o ridotta funzionalità, divenendo responsabile di circa il 50% delle cadute. Circa un terzo degli anziani è a rischio di cadute; dopo gli 80 anni, un anziano su due è a rischio.
La velocità di marcia rimane stabile fin verso i 70 anni, poi si riduce progressivamente, di un valore pari al 15% ogni decennio per la marcia normale e di circa il 20% ogni decennio per la marcia massimale.
UN ESEMPIO PRATICO: LE TERAPIE RIABILITATORIE
Passiamo ora alle soluzioni per il generale peggioramento delle funzionalità motorie, tenuto conto che a questo si aggiungono anche traumi e patologie a cui gli anziani sono maggiormente soggetti ed in alcuni casi anche un graduale deterioramento cognitivo: per tutte queste eventualità è fondamentale operare rapidamente con un’attività riabilitativa mirata, che consenta un pieno (o parziale) recupero funzionale motorio.
La riabilitazione nella terza età deve mirare alla riorganizzazione della vita del paziente anziano colpito da disabilità, in modo che possa compiere il maggior numero di esperienze positive, cioè gratificanti, pur avendo subìto delle limitazioni motorie e cognitive. Per raggiungere questo obiettivo si deve intervenire sui bisogni della persona, sul contesto sociale, sull’ambiente fisico e sulla (o sulle) disabilità.
Occorre quindi individuare i bisogni primari dell’anziano e il modo di soddisfarli; motivarlo e farlo così partecipare attivamente alle attività che gli vengono proposte per ottenere il recupero; fare accettare dalle persone che vivono a contatto con lui la sua debolezza e problematica, in modo che soddisfino i suoi bisogni secondari legati al rapporto con gli altri (bisogno di accettazione, di affetto, ecc.); intervenire sull’ambiente in cui l’anziano vive abitualmente (la casa, soprattutto) per eliminare quelle barriere che possono rendere difficili i suoi spostamenti o i movimenti in genere.
Gli obiettivi della terapia riabilitativa e strumentale sono molteplici: risoluzione dello stato infiammatorio, riduzione/scomparsa del dolore, miglioramento della funzione muscolo-scheletrica e della qualità di vita (comprese le condizioni psicologiche e la fiducia del paziente), incremento della disponibilità del paziente al trattamento riabilitativo, prevenzione della sindrome da ipo-mobilità o immobilizzazione nell’anziano, ripresa delle attività funzionali che ci si è prospettati, ridurre, parzialmente o totalmente, il “deficit” che rende disabile una persona, attraverso l’utilizzo di funzioni rimaste integre, in modo da permetterle di “vivere” al massimo delle sue capacità.
LE CURE PALLIATIVE DA NON SOTTOVALUTARE
Nel 2050 le persone che avranno più di 80 anni si quadruplicheranno e gli Anziani sono persone di grande valore, che portano un enorme contributo alla società in cui vivono. Ma gli anziani sono sempre più fragili, soffrono di numerose patologie ed hanno difficoltà e criticità nell’accesso ai servizi sanitari. Le persone anziane hanno il sacrosanto diritto ad avere accesso a cure palliative adeguate, ovvero terapie che creano in un ammalato un sollievo dalla sofferenza derivante dal dolore causato da certe malattie fisiche e psicologiche più o meno complesse.
IL VALORE DELL’AMBIENTE DOVE SI SVOLGE LA TERAPIA
Una casa di cura per anziani deve essere un ambiente che susciti un sentimento di fiducia e di sicurezza nei pazienti. L’organizzazione degli spazi deve essere finalizzata a far sentire gli ospiti accolti anche nell’affrontare le esperienze più dolorose della vita, come la malattia. Ogni elemento, dagli arredi alla geometria degli spazi al modo in cui li si esperisce, deve essere finalizzato alla riduzione dei rischi, alla facilitazione sensoriale, di interazione e di orientamento nei luoghi.
Ad esempio il malato di Alzheimer, colpito da un indebolimento della memoria e della consapevolezza di sé, ha un rapporto difficoltoso con l’ambiente in cui vive: non riconosce più i luoghi, la città, il quartiere e la casa dove ha abitato per anni. Dimentica come si usano gli oggetti. Per questo le terapie devono agevolare il soggetto nell’orientamento e nella anamnesi e devono essere strutturate in modo da agevolare le persone con un deficit cognitivo.
L’ambiente terapeutico non è solo uno spazio fisico. E’ dove si coltiva il rapporto tra ospiti e personale, i secondi in sostegno dei primi. L’ambiente terapeutico si distingue, dunque, per i vari momenti in cui viene vissuto, come le ore notturne nelle camere, i pasti nella sala da pranzo, lo svago nella sala tv. Inoltre esso ha determinati ritmi, ritualità e viene esperito in modo individuale con determinati ritmi, ritualità che si differenziano dal vissuto dei soggetti e, naturalmente, dai percorsi di cura.
LA QUALITA’ DEI NOSTRI SERVIZI TERAPEUTICI
Rispetto totale per la persona e ascolto dei singoli bisogni contraddistinguono la qualità dei servizi assistenziali per gli anziani ospiti del Gruppo Votto Alessi. Grazie a un team di Professionisti attenti, ogni servizio erogato dalle Residenze segue precise procedure, linee guida e istruzioni per curare anche gli aspetti più emotivi dei nostri ospiti.
Nelle case di riposo del Gruppo Votto Alessi inizia un nuovo capitolo della vita dei vostri cari, ricco di scoperte, di serenità, di esperienze che magari non si è mai avuto il tempo di fare.
I servizi offerti nelle nostre strutture hanno come obiettivo la cura della persona anziana e non solo, e dei loro bisogni con interventi integrati di tipo socio-assistenziale, sanitario e riabilitativo.
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