Come allenare la memoria degli anziani

COME ALLENARE LA MEMORIA DEGLI ANZIANI

Per gli anziani la memoria è un bene fondamentale. Conservala può migliorare notevolmente la qualità della vita, perciò occorre saper allenare la memoria. Ma non bastano solo i farmaci. Serve anche uno stile di vita adeguato e inserito in rapporti sociali/affettivi vivi. Senza escludere una sana attività di movimento. Tutte attività che si integrano nella definizione di “invecchiamento attivo”.

LE REGOLE DI BASE PER CONSERVARE LA MEMORIA NEGLI ANZIANI

Per prima cosa, le cose da evitare e ridurre: il fumo, eccessivo consumo di carne, uno stile di vita sedentario, dimenticarsi di controllare regolarmente la pressione.

Queste poche ma vitali regole sono state sintetizzate in un celebre studio dello statunitense Brigham and Women’s Hospital di Boston, secondo cui uno stile di vita sano, anche se adottato quando si sono già superati i 70 anni, può costituire la chiave di volta per aggiungere altre 20 candeline sulla torta. Per tagliare il traguardo degli ambiti 90, in altre parole, darsi da fare con l´attività fisica, mangiar sano e buttare il pacchetto di sigarette nel cestino, ad esempio, diventano fattori determinanti, in barba anche a quel che è scritto nei geni.

Vivere a lungo dipende per buona parte percentuale dalla genetica. I ricercatori americani hanno calcolato che, sotto questo aspetto, il Dna conta per un buon 30%. Ma la novità a cui sono giunti, con il loro lavoro, è che uno stile di vita salutare può incidere molto di più.

Se si tagliano fuori dalla propria vita tutti i fattori di rischio, ad esempio, la possibilità di tagliare il traguardo sale del 54%.Ma se si è pigri e al movimento si preferisce la vita sedentaria, la percentuale scende già al 44%. Con la pressione alta, la possibilità di arrivare ai 90 cala al 36%, se si è obesi al 26%, se si fuma al 22%. Quando sono tre i fattori di rischio che continuano a caratterizzare la propria vita – ovvero sedentarietà , diabete e obesità – la percentuale scende ulteriormente, raggiungendo un timido 14%. Crolla, infine, se sono cinque i fattori di rischio con cui si convive. In tal caso, infatti, la possibilità di raggiungere i 90 anni scende al 4%.

GLI ALIMENTI “SALVA-MEMORIA”

Pesce e olio contengono omega-3 – Il DHA (acido docosaesaenoico) è un’ottima fonte di omega-3, un acido grasso che si trova soprattutto nei pesci (e negli alimenti vegetali come le alghe), che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello, a partire dalla nascita. Un ruolo che continua anche nell’età adulta: un’analisi ha collegato il consumo di DHA a un miglioramento nella funzione mnemonica negli anziani con lievi problemi di memoria. Lo stesso risultato si ottiene consumando pesce ricco di omega-3 una volta alla settimana, in modo da ridurre il decremento cognitivo del 10% all’anno negli adulti e negli anziani. Ma non finisce qui! Le persone che hanno consumato pesce almeno una volta alla settimana presentano un rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer inferiore rispetto a chi invece non ne assume. Pesci grassi come il salmone, il tonno, lo sgombro, l’aringa, la trota e le sarde sono ricchi di DHA. Insomma, cerca di consumarne almeno 240 grammi a settimana.

Le verdure crucifere: cavoli e broccoli– Le verdure crucifere non solo ci forniscono vitamine e fibre, ma ci aiutano anche a mantenere il nostro cervello giovane e attivo. Un recente studio della Rush University (Chicago, Stati Uniti), che ha coinvolto circa 1.000 adulti, ha scoperto che coloro che mangiavano ogni giorno almeno una porzione di verdure a foglia verde – come spinaci, cavoli e rucola – sono risultati circa undici anni più giovani in termini di salute cognitiva rispetto a coloro che ne consumano quantità ridotte. Questi risultati sono coerenti con quelli di un altro studio svolto dal Brigham and Women’s Hospital di Boston su un campione di donne. Tra queste, chi mangiava otto porzioni di verdure a foglia verde e cinque di verdura crocifere alla settimana, otteneva risultati migliori nei test di memoria rispetto a chi consumava solo dalle due alle tre porzioni.

Anche le uova aiutano il cervello – Le uova sono ricche di colina, un importante nutriente per il cervello.
In uno studio che ha coinvolto circa 1.400 donne e uomini, coloro che hanno assunto alte quantità di colina hanno ottenuto risultati migliori nei test di memoria verbale e visiva, rispetto a coloro che invece ne hanno consumato minori quantità. Inoltre, le scansioni MRI (Risonanza magnetica) di coloro che presentano livelli di colina più elevanti risultano più sane rispetto a quelle degli altri, suggerendo che l’assunzione di questa sostanza durante la mezz’età può proteggere il cervello contro la demenza.

 IL POTENZIAMENTO COGNITIVO

Ma il mantenersi attivi, il continuare ad esercitarsi è una condizione necessaria e sufficiente per assicurare un adeguato stato funzionale alla nostra mente?Se consideriamo la mente come un muscolo, l´esercizio può portare indubbiamente a dei benefici. Se, invece, consideriamo la mente come un sistema complesso in cui gli aspetti cognitivi ed emotivi interagiscono continuamente tra loro, allora bisognerà pensare a delle attività che si basano su una valutazione di come cognizione ed emozioni influenzino l´invecchiamento, per rispondere in modo adeguato alle preoccupazione della persona che invecchia e che vive i fallimenti della propria memoria come un indice di sviluppo di una patologia neurodegenerativa.

In genere, la prima memoria a decadere è quella a breve termine, non tanto quella relativa a eventi accaduti molto tempo addietro. “Per contrastare il più possibile questo processo – suggerisce lo psicoterapeuta – è fondamentale la ginnastica mentale, ovvero qualunque tipo di compito che obblighi la persona a far lavorare la memoria a breve termine. Sono certamente utili i brain games, come i giochi enigmistici, ma qualunque altro compito mentalmente impegnativo potrebbe dare gli stessi risultati”.

Allenare la mente quando si è anziani, comunque, fa bene anche per allontanare il rischio di Alzheimer. Secondo i ricercatori del Rush University Medical Center di Chicago, infatti, stimolare regolarmente le funzioni cognitive aiuta il cervello ad allontanare i sintomi di demenza senile. Il rovescio della medaglia è che, se poi la malattia compare, il suo decorso è più rapido.

Ecco alcune facilissime tecniche per allenare la memoria per gli anziani:

  • Leggere: libri, giornali, avere interessi comporta un ottimo allenamento per il proprio cervello.
  • Ascoltare musica: la musica risveglia sensibilità e motivazioni.
  • Avere degli hobby e tenere la mente occupata: la noia non rovina solo la coppia, ma anche la memoria della persona.
  • Risolvere rebus, rompicapi o parole crociate, cercando di spingere la nostra mente ogni volta a livelli sempre più difficili; Il nostro cervello come detto prima è simile a un muscolo e se non viene allenato perde la sua funzionalità.

 I RAPPORTI SOCIALI AIUTANO LA MEMORIA DEGLI ANZIANI

Oltre allo stile di vita sano, agli esercizi per la memoria e ai necessari farmaci, i ricercatori dell’Università di Zurigo che hanno dimostrato che parlare ed avere relazioni sociali può essere efficace addirittura per il miglioramento della memoria degli anziani quanto l’uso dei cosiddetti “brain games”,i videogiochi che allenano la memoria.

I ricercatori di Zurigo hanno comparato 36 studi sugli esercizi di potenziamento della memoria condotti tra il 1979 e il 2007 e i cui risultati sono stati pubblicati dalla Cochrane Library. Alcuni studi suggeriscono che sia gli anziani sani, sia quelli affetti da lievi problemi cognitivi, ricordano le parole meglio dopo aver svolto alcuni esercizi per la memoria. Ma, in base ad altri studi, gli stessi miglioramenti si ottengono anche avendo una semplice conversazione.

In base ad alcuni studi pubblicati– spiega Mike Martin, uno degli autori della revisione scientifica – sembra che l’interazione sociale garantisca gli stessi risultati degli interventi di natura cognitiva“. Dunque, per mantenere viva la memoria dei nostri anziani e non solo, potrebbe bastare una vita sociale più attiva. “Così come un bambino per sviluppare le proprie capacità cognitive ha necessità assoluta di essere costantemente stimolato socialmente, altrettanto un anziano, che si avvii a un decadimento cognitivo, ha bisogno di relazioni interpersonali non solo per tenere alto il proprio tono dell’umore, ma anche per mantenere in attività la mente” conferma Gabriele Melli, presidente dell’Istituto di psicologia e psicoterapia comportamentale e cognitiva di Firenze.

I servizi offerti nelle nostre strutture hanno come obiettivo la cura della persona anziana e non solo, e dei loro bisogni con interventi integrati di tipo socio-assistenziale, sanitario e riabilitativo.

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